Di Admin (del 04/03/2011 @ 18:05:43, in Eventi, linkato 1481 volte)
Riprendo a scrivere dopo molto tempo. Facebook ha un pò declassato il blog, è più veloce e immediato. Ma non voglio perdere questa opportunità. Vi ricordo alcuni appuntamentamenti per la prossima settimana. Inizia la quaresima. Cercherò di essere presente con commenti alla Sacra Scrittura per aiutarci a vivere intensamente questo periodo forte dell'anno liturgico. Gli appuntamenti sono: MARTEDI' 8 MARZO ORE 17.00 ALLA LOCANDA CON I BAMBINI PER IL CARNEVALE
"Comportatevi come figli della luce" (Ef 5, 8) MERCOLEDI' 9 MARZO SANTE MESSE IMPOSIZIONE DELLE CENERI IN PARROCCHIA ORE 9.00 18.00 E 21.00 VI ASPETTO. Vi voglio bene, prego per voi e buon cammino. VOSTRO. PADRE PASQUALE
Di Admin (del 09/03/2011 @ 09:34:02, in messaggi, linkato 1037 volte)
Matteo 6, 1-6. 16-18 Oggi il vivere è fare bella fi gura;il vivere è essere ammirati; il vivere è sapere che anche gli sforzi e i sacrifici ci saranno riconosciuti e magari ricompensati. La tentazione ai nostri giorni è sempre più forte, visto che viviamo nella società dell’apparire. Gesù ci mette in guardia per non cadere nell’orgoglio delle opere; ci ricorda che vale molto di più l’essere che l’apparire. Se vogliamo vivere come figli della luce, non possiamo permetterci di essere incoerenti tra ciò che facciamo apparire e ciò che siamo realmente. Dio Padre, che conosce il segreto del nostro cuore, ci invita a convertire le nostre azioni e, con la pratica dell’elemosina, della preghiera e del digiuno, a imparare a vivere per Lui.
Di Admin (del 10/03/2011 @ 16:10:25, in messaggi, linkato 1623 volte)
Dal vangelo secondo Luca 9, 22-25 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno ». E a tutti, diceva: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà. Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso?» Per meditare insieme
Rinnegare se stessi non significa disprezzarsi, aver poca stima di sé, bensì mettersi all’ultimo posto, dietro Gesù. Come chi va sulle cime più alte seguendo una guida esperta, anche noi camminiamo dietro Gesù per vivere come Lui e di Lui. Seguire Gesù da vicino, essere suoi amici, è dolce e faticoso allo stesso tempo perché richiede il coraggio di perdere, di lasciare tutto ciò che appesantisce il nostro passo. La croce da prendere è la scelta del Vangelo, le sofferenze di ogni giorno, il vivere non per guadagnare ma per servire. La via della croce è la via del Regno, la via che conduce alla Pasqua, tanto per Gesù quanto per i suoi discepoli.
Di Admin (del 11/03/2011 @ 15:32:01, in messaggi, linkato 1068 volte)
Dal vangelo secondo Matteo 9, 14-15 In quel tempo, i discepoli di Giovanni si accostarono a Gesù e gli dissero: «Perché, mentre noi e i farisei digiuniamo, i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto mentre lo sposo è con loro? Verranno però i giorni quando lo sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno».
La presenza del Signore nella nostra vita può essere solo motivo di festa! Il Signore ci ama così come uno sposo ama la sua sposa. Ma la sua presenza è così discreta e rispettosa che, se non facciamo attenzione, rischiamo di trascurarla o dimenticarla: siamo così pieni di occupazioni, di interessi, di divertimenti, di preoccupazioni materiali che non rimane né spazio, né tempo per il Signore. Fare un po’ di digiuno dalle tante cose che eccessivamente riempiono la nostra vita può soltanto farci bene: il bene del ridare spazio allo Spirito, al vangelo, all’amore del Signore e alla vita di fraternità.
Di Admin (del 12/03/2011 @ 09:00:00, in messaggi, linkato 1075 volte)
Dal vangelo secondo Luca 5, 27-32
In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Séguimi!». Egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla di pubblicani e d’altra gente seduta con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangiate e bevete con i pubblicani e i peccatori?». Gesù rispose: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi».
Quante volte ci capita di sentirci indegni di stare davanti al Signore, indegni di pregarlo, di chiedergli un aiuto, indegni di accostarci all’eucarestia... Ci sembra di non averne diritto, di non meritarci neppure il suo perdono! Eppure, sono proprio questi i momenti in cui possiamo avere la maggiore fi ducia. E’ lui il medico che ci cura! Per essere suoi discepoli non ci chiede un attestato di buona condotta; egli conosce le nostre fragilità e proprio per questo non si spaventa. Quello che ci chiede è la disponibilità a lasciarci perdonare, a lasciarci cambiare dal suo amore. Ci chiede di lasciarlo entrare nella casa disordinata della nostra vita. Da questa nostra disponibilità nasce la conversione che è prima di tutto frutto del suo dono di amore, più che dei nostri meriti!
Di Admin (del 13/03/2011 @ 09:00:00, in messaggi, linkato 1077 volte)
Dal vangelo secondo Matteo 4, 1-11. Il Signore Gesù si reca nel deserto che, nella Bibbia, rappresenta il luogo dell’incontro con Dio, ma anche il luogo della prova. Le tre tentazioni di Gesù non sono tre prove qualsiasi, ma sono rappresentative di tutte le tentazioni o prove cui Egli si è sottoposto nella sua vita. Sono anche il modello di tutte le tentazioni alle quali è sottoposto il credente. La prima tentazione riguarda il pane, cioè i problemi della sussistenza quotidiana, acutizzati oggi dalla crisi che stiamo attraversando. Gesù viene tentato di vivere il suo essere fi glio di Dio in modo egoistico, per soddisfare i propri bisogni o per agire secondo il proprio tornaconto. La seconda tentazione è nella Città Santa e il diavolo propone di fare un gesto spettacolare che pieghi Dio ai desideri dell’uomo e che procuri all’uomo facile successo. A volte la nostra preghiera di richiesta cade in questa tentazione: chiediamo al Signore di fare la nostra volontà, per renderci la vita più facile. Ma il cammino della vera fede ci porta, invece, ad affi darci al Dio fedele, rimanendo saldi nella prova. La terza tentazione, infi ne, riguarda la sete di potere. La risposta di Gesù è il suo stile di vita: egli dichiarerà che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la vita. Il vangelo mostra le tentazioni più radicali dell’uomo e soprattutto quella di non voler essere fi glio di Dio nel modo in cui lo è Gesù. Voler vivere senza Dio, negandolo o deformandone il volto, non affi - darsi alla sua paternità, arrogandoci la pretesa di essere noi stessi capaci di vedere ciò che è bene per noi, senza bisogno di lasciarci illuminare da lui... queste sono le tentazione che spesso ci dominano. La Chiesa in questo tempo ci propone di riscoprire la bellezza del riconoscerci come fi gli della luce, la grandezza della fi ducia in Dio che ci porta a farci guidare da Lui, dalla sua luce e dalla sua Parola. “Non di solo pane vivrà l’uomo”: il pane del fi gli della luce è la Parola di Dio e, in questa quaresima, ci impegniamo ad alimentarci ogni giorno con questo pane.
Di Admin (del 14/03/2011 @ 10:14:07, in messaggi, linkato 1268 volte)
Dal vangelo secondo Matteo 25,31-46 “Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere”. Quante volte ignoriamo la fame, la sete, il bisogno di sostegno e di vicinanza. Quante volte non prestiamo la giusta attenzione a chi si fa parola del Signore. Quante volte abbiamo paura vedere nel volto dell’altro il volto di Cristo. Quante volte abbiamo paura di parlare di Cristo! Eppure Cristo è più vicino di quanto noi spesso pensiamo. E lo possiamo incontrare nella quotidianità, ogni giorno in ogni piccolo gesto, con ogni persona che incontriamo. Il Vangelo di oggi ci ricorda che Cristo lo incontriamo non solo e non tanto nei “grandi gesti” e “nei grandi eventi”, ma molto più spesso nel modo con cui accogliamo chi ci sta vicino, il più debole, ogni volta che ci accorgiamo che chi ci sta vicino ha bisogno di noi.
Di Admin (del 21/03/2011 @ 11:06:01, in messaggi, linkato 1508 volte)
Dal vangelo secondo Luca 6, 36-38 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio».
Oggi Gesù ci chiama ad una vera conversione. La nostra prima idea di Dio è quella di un giudice supremo, che ci condanna e ci punisce. Tante volte Gesù ha spiegato che questo è un nostro idolo creato ad immagine dell’uomo e della sua cattiveria. Il Dio di Gesù è invece un Padre che ci ama in modo viscerale e materno. Quante volte nella vita di tutti i giorni abbiamo l’occasione di applicare i comandamenti che oggi Gesù ci insegna? Anche se armati delle migliori intenzioni, spesso cadiamo in atteggiamenti giudicanti e condanniamo senza appello, serbiamo rancore verso altre persone e prima di dare calcoliamo cosa ne viene in cambio. Anche all’interno delle nostre famiglie il clima può essere condizionato dai nostri atteggiamenti giudicanti, dall’orgoglio e dalle nostre pretese. Se invece il nostro approccio sarà ispirato alla misericordia di Dio, tutti gli altri atteggiamenti cambieranno.
Di Admin (del 22/03/2011 @ 07:00:00, in messaggi, linkato 1307 volte)
Dal vangelo secondo Matteo. 23, 1-12 In questo brano del Vangelo, Gesù critica gli scribi e i farisei perché fanno tutto per essere visti e lodati: “Fanno tutte le loro opere per essere visti dagli uomini”. Si preoccupano di recitare la parte dell’uomo pio e devoto più che di vivere un sincero rapporto con Dio. Talvolta anche noi, come gli scribi e i farisei, ci mettiamo sulla “cattedra”, tendendo ad apparire “più buoni e più bravi” di altri, magari perché più deboli, meno ricchi o meno potenti. Vivere da cristiani comporta l’essere umili, accoglienti, disponibili al perdono, all’ascolto. In questa Quaresima impegnamoci ad essere parte di una Chiesa che sia una comunità di uguali, una fraternità che ha come criterio di discernimento il servizio. In essa esiste una diversità di ruoli e di responsabilità, che però devono essere svolti come servizio. Questo stile ha come modello Gesù stesso, il quale è venuto per servire e ricordiamoci che “chi si esalterà sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato”. E noi da che parte vogliamo stare?.